Il termine biorisonanza è composto da due parti: “bio” che sottolinea la naturalità del procedimento e “risonanza” che si manifesta solo quando si contrappongono due oggetti con le stesse caratteristiche vibrazionali.
Secondo i principi della fisica quantistica, sappiamo che ogni cosa che ci circonda emette vibrazioni. Questo è causato dal movimento di protoni e neutroni, che sono caratterizzati da proprietà di moto e rotazione. Tutti gli elementi del nostro mondo e noi esseri umani stessi siamo costituiti di oscillazioni, ovvero di frequenze e polarizzazione. Questo principio è la base della Biorisonanza secondo Paul Schmidt (BsPS).
Il modo più semplice di spiegare la biorisonanza è di avvalersi di un esempio dalla natura. La più antica forma di biorisonanza è la luce solare. Quando la nostra pelle viene colpita dai raggi del sole, si abbronza. Questa reazione non è causata dal riscaldamento che subisce la pelle, altrimenti si potrebbe avere la pelle abbronzata anche frequentando una sauna. La causa sta nell’emissione da parte del sole di frequenze che colpiscono la nostra pelle (in questo caso, nella componente ultravioletta contenuta nella luce solare).
La Biorisonanza secondo Paul Schmidt (BsPS) e i suoi dispositivi agiscono sotto lo stesso principio presentato precedentemente e possono essere paragonati ad un “sole regolabile”.
Non è difficile capire, che oltre al sottile fascio di frequenze della luce del sole, esistano altre frequenze che richiedono la propria regolazione. Paul Schmidt già nel 1976 riconobbe il nesso tra l’applicazione di una vibrazione elettromagnetica e la sua caratteristica regolatrice nell’organismo delle persone, degli animali, come pure delle piante. Con ciò egli fondò la biorisonanza esogena (che agisce dal di fuori). Al pari di questo tipo di biorisonanza, non va dimenticata la biorisonanza endogena, che lavora con i propri moduli vibrazionali del corpo. Nella Biorisonanza secondo Paul Schmidt oggi si lavora sia con l’esogeno che con l’endogeno, dove la parte endogena continua ad avere un ruolo subalterno.